Da qualche anno a questa parte ho iniziato ad appassionarmi di criptovalute, Bitcoin in primis, e mi sono messo a studiare i concetti informatici ed economici che ci sono alla base.
E tutto questo per rispondere a una domanda che mi sono fatto più e più volte: Bitcoin è una bolla, e quindi pericoloso e da starci alla larga, oppure è qualcosa che ha un valore e su cui scommetterci per il futuro?
Prima di andare avanti a leggere questo articolo, voglio mettere in chiaro che queste sono solo le mie opinioni personali, non sono un consulente finanziario e quello che scriverò qui sotto non deve essere in nessun modo visto come consiglio di investimento.
Detto questo, iniziamo...
Negli ultimi anni ci sono state decine di personaggi che si sono auto proclamati come inventori del Bitcoin. Tuttavia, nessuno ha mai saputo fornire prove soddisfacenti e quindi chi sia davvero questo Satoshi Nakamoto per ora nessuno lo sa.
Bitcoin è nato nel 2009, nel 2013 ha avuto la sua prima vera impennata di prezzi, nel 2017 ha sfiorato i 20 mila dollari, non esisteranno mai oltre 21 milioni di pezzi e ogni 4 anni circa si dimezza la sua produzione.
Il motivo per il quale sta rivoluzionando il mondo in inglese si chiama "The hard money", cioè il denaro duro, il denaro perfetto. E visto che viviamo in un mondo economico e tecnologico, il denaro perfetto deve sottostare ad alcune regole sia economiche che tecnologiche.
...ma quali?
Doppia spesa
Il primo problema che risolve Bitcoin è quello della doppia spesa. Nelle valute tradizionali, se io mando 100 euro a qualcuno questa transazione viene registrata dalla banca che quindi funge da intermediario per validare la transazione.
Ma volendo eliminare l' intermediario, chi può validare la transazione in modo che una volta che ho mandato 100 euro a una persona non posso rimandare gli stessi 100 euro a un' altra persona?
Prima della nascita del Bitcoin sono stati fatti svariati esperimenti per creare una moneta digitale, ma nessuno è stato in grado di risolvere questo problema, cioè come certificare che se io mando una moneta a una persona, questa persona ha la mia moneta e io non ce l' ho più.
Bitcoin risolve questi problemi utilizzando la blockchain e il proof of work, cioè la "prova del lavoro". Vediamo cosa sono...
Blockchain
La blockchain non è altro che un registro dove sono segnate tutte le transazioni. La particolarità di questo registro è che viene scritta una nuova "pagina" di questo registro mediamente ogni 10 minuti (nel caso di bitcoin) e ogni nuova pagina contiene un "hash" cioè una specie di impronta digitale di tutte le pagine precedenti.
La forza di questo meccanismo è che non può essere falsificata, in quanto se io volessi modificare qualcosa che è stato scritto 6 pagine fa, dovrei successivamente modificare anche tutte le pagine successive fino alla pagina attuale.
Lavoro tutt' altro che semplice, visto che ci sono miliardi di speciali computer, chiamati "miner" che contengono l' informazione corretta e sono quindi pronti a smentire la mia modifica.
La blockchain infatti si basa su un concetto di consenso: per ritenere un' informazione come vera, è necessario che oltre il 50% della rete (cioè oltre il 50% di tutti i computer dove è distribuito questo registro) dicano la stessa cosa.
Proprio grazie a questo meccanismo dove i registri delle transazioni sono distribuiti su miliardi di computer in tutto il mondo, Bitcoin è riuscito a risolvere il problema della doppia spesa e raggiungere un alto livello di sicurezza.
Proof Of Work
Per rendere possibile il concetto di consenso di cui abbiamo parlato poco fa, attualmente i protocolli che si usano sono Proof Of Work (POW) e Proof Of Stake (POS) anche se molto probabilmente in futuro ne nasceranno altri.
Il Proof Of Work è il metodo classico, cioè quello adottato fin dall' inizio dal Bitcoin. Si tratta di una vera e propria battaglia, infatti ci sono miliardi di computer (miner) connessi che competono per risolvere un problema matematico.
Il primo a risolvere questo problema matematico si porta a casa una ricompensa, che inizialmente era di 50 bitcoin, poi 25, poi 12,5, poi 6,25 ecc.. Questo concetto si chiama halving, ma approfondiremo questo argomento più avanti.
Forse ti starai chiedendo: qual'è lo scopo di tutto questo?
Beh in realtà è molto semplice: è come se io e te facessimo un accordo in cui io ti do 1 bitcoin. Se vogliamo eliminare l' intermediario, tutti questi miner sono necessari per testimoniare il nostro accordo e quindi renderlo valido. E il primo capace di comunicare il nostro accordo a tutti gli altri riceverà la ricompensa.
Questo è fondamentale perchè così facendo si incentiva la creazione della rete: mantenere un miner acceso costa corrente, tempo per la manutenzione e rischio. Ma se questo sforzo viene remunerato, allora oltre al puro fatto "etico" e ideologico entra in gioco anche il fattore economico.
Difficoltà
Entriamo ora in uno dei concetti fondamentali per Bitcoin: la difficoltà. Questa si riferisce alla difficoltà del problema matematico da risolvere per ottenere la ricompensa.
Perchè questo è così importante?
Se sei stato attento quando parlavamo della blockchain, ti avevo detto che veniva scritta una nuova pagina di transazioni (cioè creato un nuovo blocco) ogni volta che viene risolto uno di quei problemi matematici, e mediamente questo deve avvenire ogni 10 minuti.
Ma con una potenza di calcolo della rete così variabile e tendente alla crescita in modo esponenziale, come possiamo mantenere questo tempo costante?
Nel senso, prima la rete era fatta magari da 100 computer che potevano provare qualche decina di combinazioni al secondo, e ora la rete è composta da miliardi di computer che provano miliardi di combinazioni al secondo.
La soluzione è aumentare la difficoltà di questo problema: quanto più cresce l' hashrate, cioè la potenza di calcolo della rete, più crescerà la difficoltà del problema in modo da mantenere costante il tempo medio necessario per risolverlo.
Questo garantisce che anche in futuro la rete bitcoin sarà sostenibile e continuerà ad emettere un nuovo blocco, e quindi una nuova ricompensa, mediamente ogni 10 minuti.
Anche nel caso in cui il prezzo del Bitcoin dovesse crollare e tanti miners dovessero decidere di spegnere le macchine e smettere di minare, la stabilità del Bitcoin non sarà compromessa perchè semplicemente verrebbe abbassata la difficoltà e ancora una volta si porterebbe il tempo medio a 10 minuti.
Lo svantaggio di questo meccanismo è che poco a poco potrebbe rendere sempre più costosi i macchinari necessari a svolgere questa attività: infatti se prima si poteva fare mining con un normale computer, oggi servono apparecchi dedicati che consumano parecchia corrente.
Supply
Come ogni moneta, anche Bitcoin ha la sua politica monetaria. Per quanto riguarda le valute a corso legale (tipo Euro, Dollaro, Sterlina...) la politica monetaria è decisa dalla banca centrale, che è l' unica che ha il potere di stampare nuova moneta oppure di ridurre la quantità di moneta in circolazione.
Invece in Bitcoin questo processo è gestito in modo matematico: non verranno mai prodotti più di 21 milioni di Bitcoin, e ogni 4 anni circa l' offerta di nuova moneta si dimezza (halving, di cui parleremo subito dopo).
La base monetaria delle valute a corso legale è destinata a crescere in modo illimitato nel tempo, diventando quasi una curva parabolica. Ecco qui sotto la base monetaria dell' Euro:
La stessa cosa vale per il dollaro:
Anche qui l' offerta di nuova moneta è sempre aumentata nel tempo in modo esponenziale e possiamo aspettarci che le cose continuino così e nei prossimi anni la base monetaria continui ad aumentare.
Nel frattempo, secondo questo studio il dollaro negli ultimi 100 anni ha perso oltre il 95% del suo potere d' acquisto.
Bitcoin invece propone uno schema che è l' esatto contrario di quelli che abbiamo visto sopra, cioè una contrazione progressiva nel tempo dell' offerta di nuova moneta. Quindi, il grafico della base monetaria di Bitcoin nel tempo sarà esattamente così:
Come si può vedere, la linea rossa tende a diventare orizzontale, quando cioè non ci saranno più nuovi Bitcoin immessi nel mercato.
Halving
Ecco l' ultimo importantissimo argomento che devi assolutamente conoscere: l' halving.
Letteralmente, significa dimezzamento.
Praticamente, è la base di tutta la politica monetaria di Bitcoin.
Ogni 210.000 blocchi infatti, quindi ogni 210 mila "pagine" girate del registro delle transazioni, la ricompensa ai miner per ogni problema risolto viene dimezzata. Questo avviene mediamente ogni 4 anni, ed è strutturato così:
Ricompensa iniziale: 50 bitcoin
1° halving (2012) ricompensa: 25 bitcoin
2° halving (2016) ricompensa: 12,5 bitcoin
3° halving (2020) ricompensa: 6,25 bitcoin
4° halving (2024) ricompensa: 3,125 bitcoin
5° halving (2028) ricompensa: 1,5625 bitcoin
... e così via fino ad arrivare a zero!
Ovviamente, quando la produzione di nuovi Bitcoin sarà arrivata a zero, non finirà il Bitcoin: infatti, come già spiegato prima, questa ricompensa serve a dare un incentivo economico affinchè quante più persone possibili si mettano a minare e quindi validare transazioni.
In realtà, la ricompensa di cui abbiamo parlato poco fa non è l' unica forma di guadagno dei miners: guadagnano infatti anche una commissione per ogni transazione effettuata. Quando la produzione di nuovi Bitcoin arriverà a zero, questa commissione per ogni transazione sarà l' unica fonte di guadagno per i miners.
E' sicuro Bitcoin?
E' evidente che chiunque sia colui che ha inventato Bitcoin avesse le idee chiare e avesse una profonda conoscenza in campo informatico, criptografico e statistico. Esistono infatti 2256 chiavi private e 2160 possibili indirizzi.
Giusto per rendere l' idea di quanto siano grandi questi numeri, 2256 corrisponde a questo:
115.792.089.237.316.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000
mentre 2160 corrisponde a questo:
1.461.501.637.330.900.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000
Sinceramente, non saprei neanche come leggere questi numeri! Si tratta di un qualcosa di così grande che riuscire a rubare i Bitcoin di qualcun altro indovinando la chiave privata è una cosa decisamente al di fuori della portata di qualunque macchina esistente oggi al mondo.
Da qui, possiamo trarre alcune conclusioni...
La prima è che non esiste una unica chiave privata per ogni indirizzo, ma esistono infatti mediamente 296 chiavi private per ogni indirizzo. Quindi, ogni indirizzo ha circa 79.228.162.514.264.300.000.000.000.000 possibili chiavi private.
La seconda è che anche se le chiavi private non sono univoche, questo non deve assolutamente preoccuparci! Prendiamo ad esempio la totale capacità di calcolo (hashrate) attuale della rete bitcoin: 70.000.000.000.000.000.000 tentativi al secondo.
Se dividessimo 2160 per l' attuale hashrate, otterremmo un tempo stimato di 20.878.594.819.012.900.000.000.000.000 secondi necessari per trovare la chiave privata di un indirizzo.
Credo che la mente umana non sia capace di capire quanti sono 20.878.594.819.012.900.000.000.000.000 secondi. Stimando infatti che in un anno ci siano 31.536.000 secondi, sarebbero necessari 662.055.898.624.203.000.000 anni per indovinare la chiave privata di un singolo indirizzo!
L' universo ha 13,5 miliardi di anni (13.500.000.000) quindi dividendo gli anni necessari per trovare una chiave privata per l' età dell' universo, avremmo bisogno di oltre 49 miliardi di volte l' età dell' Universo!
Spero di aver fatto i calcoli giusti =) se te ne intendi di matematica e trovi qualche errore puoi contattarmi e sarò ben felice di correggere ciò che ho scritto.
In ogni caso, anche se ci fosse qualche errore nei calcoli, stiamo comunque parlando di cifre e numeri così grandi che è assolutamente improbabile che qualcuno riesca a rubare i Bitcoin di qualcun altro indovinando la chiave privata!
Quando infatti in giro si sente che sono stati rubati dei Bitcoin, quello che è stato hackerato non è il sistema Bitcoin in sè ma il supporto dove erano conservati i Bitcoin: ad esempio un exchange, o un computer con virus.
Ma non finiscono gli indirizzi?
Molte volte indirizzi sono utilizzati solamente per una transazione: ad esempio, negli e-commerce, l'unico modo per sapere se il cliente ha effettivamente pagato è quello di assegnare un indirizzo vuoto a quello specifico pagamento.
Quindi, l'obiezione che ho sentito spesso è la seguente: ma se tutti usassero un indirizzo solo per una transazione, non finirebbero presto tutti gli indirizzi?
Per rispondere a questa domanda Andiamo a farci due conti: abbiamo detto che ci sono 2160 possibili indirizzi.
Ipotizzando 7 miliardi di persone al mondo che eseguono una transazione al secondo, cosa tra l'altro neanche supportata attualmente dalla rete di Bitcoin per le sue capacità attuali, avremmo un totale di transazioni annuali pari a:
7.000.000.000 transazioni * 31.536.000 di secondi in un anno = 220.752.000.000.000.000 transazioni annuali.
Ma dividendo le 220.752.000.000.000.000 transazioni annuali per i 1.461.501.637.330.900.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000 indirizzi esistenti, scopriamo che ci vorrebbero ben 6.620.558.986.242.030.000.000.000.000.000 anni prima di esaurire tutti gli indirizzi!!!
Insomma, non esiste assolutamente la possibilità che gli indirizzi non siano sufficienti per coprire tutte le transazioni mondiali =)
Punti deboli del Bitcoin
Nonostante io sia un entusiasta di questa tecnologia, è bene fare anche una analisi oggettiva e considerare che ci possono essere intoppi (i famosi cigni neri) che potrebbero mettere a rischio l' esistenza di Bitcoin.
Secondo il mio personalissimo e modestissimo punto di vista, le potenziali vulnerabilità più gravi per Bitcoin possono essere le seguenti:
Crack della crittografia
Come sappiamo, la base di Bitcoin è proprio la crittografia a chiave pubblica e chiave privata. Non sono un esperto in crittografia, ma da quanto ho imparato finora questa è la stessa crittografia che sta dietro anche al protocollo HTTPS e ci garantisce di navigare in sicurezza, pagare online con carte di credito in sicurezza, ecc ecc...
Al momento questo schema crittografico non è ancora stato violato, ma se in futuro dovesse essere trovato il modo di violare tale sistema sicuramente sarà la fine di Bitcoin (e ovviamente ci sarebbero enormi problemi anche sul web visto che verrebbe violato un sistema che ormai è diventato uno standard).
I computer quantistici potrebbero essere in grado di rompere tale schema crittografico, tuttavia è bene non creare allarmismo e sapere che, da quanto sappiamo, sono ancora quasi fantascienza e che sono stati da poco iniziati i primi esperimenti che sono ancora lontani da una vera produzione.
Attacco 51%
Uno dei punti di forza di Bitcoin è senza dubbio la sicurezza, il fatto di non doversi fidare di nessuno per la convalida delle transazioni perchè di fatto tutti (i miners) sono testimoni di quanto accade nella blockchain.
Ma cosa succederebbe se qualcuno riuscisse a prendere possesso della rete e compiere un attacco 51%, vale a dire "imporre" la propria versione della blockchain?
Tale ipotesi non è così improbabile e in passato ci sono già stati attacchi del genere, ad esempio su Bitcoin Cash. Sicuramente l' hashrate di Bitcoin non è minimamente paragonabile a quello di Bitcoin Cash, e un attacco del genere su Bitcoin sarebbe molto difficile.
Difficile, ma non impossibile. In ogni caso, se dovesse succedere questo potrebbe far perdere completamente la fiducia in Bitcoin e portare a un boom di vendite che farebbe crollare il prezzo.
Governi
Fino a quando il mercato cripto rimane piccolino come ora (attualmente l' intero marketcap è di circa 250 miliardi) molto probabilmente non viene visto come rischioso da governi e banche centrali. Diciamocelo, la maggior parte delle persone manco sa che cosa sia Bitcoin.
Ma cosa succederebbe se davvero il mercato cripto dovesse esplodere arrivando a svariati trilioni (migliaia di miliardi) di capitalizzazione?
Se davvero Bitcoin si confermerà come valuta anti sistema e alternativa, molto probabilmente attirerebbe troppo l' attenzione dei governi che potrebbero arrivare anche a proibirla, come del resto è già successo in alcuni stati (qui puoi vedere una lista di quali stati che ammettono le cripto e quali no).
Cigni neri
Un cigno nero è un evento altamente improbabile, o almeno percepito tale, che arriva in modo devastante e imprevedibile. Ad esempio, la recente pandemia di COVID 19 è stata un cigno nero: nessuno l' aveva prevista e ha avuto un impatto devastante.
Anche quando si parla di cripto, è bene tenere a mente che il mercato potrebbe essere sconvolto da un cigno nero che al momento non è assolutamente prevedere nè se, nè quando arriverà, nè cosa farà, ma che potrebbe arrivare.
Conclusioni
"Secondo uno studio di 775 valute a corso legale di DollarDaze.org, non esiste un precedente storico per una valuta fiat che sia riuscita a mantenere il suo valore. Il 20% è fallito a causa dell'iperinflazione, il 21% è stato distrutto dalla guerra, il 12% è stato distrutto dall'indipendenza, il 24% è stato monetariamente riformato e il 23% è ancora in circolazione è in prossimità di uno degli altri risultati.
L'aspettativa di vita media per una valuta fiat è di 27 anni, con il record più breve di un mese. Fondata nel 1694, la sterlina inglese è la più antica valuta fiat esistente. Con la sua età matura di 317 anni deve essere considerata una valuta fiat di grande successo. Tuttavia, il successo è relativo. La sterlina inglese vale meno di 1/200 o 0,5% del suo valore originale. In altre parole, la valuta di maggior successo esistente ha perso il 99,5% del suo valore."
Io non ho idea e non ho le competenze per dire se Bitcoin sia davvero il denaro perfetto. Questo nessuno lo sa, sarà la storia a dirci come si evolveranno le cose.
L' unica riflessione che mi viene in mente leggendo la frase che ho riportato da questo sito è che, mentre le valute a corso legale perdono valore e secondo molti analisti siamo vicini a una grandissima crisi, il Bitcoin continua per la sua strada, non solo mantenendo il suo valore ma addirittura aumentandolo nel tempo.
Del Bitcoin mi piace l' ideologia della decentralizzazione e dell' altissimo valore tecnologico che porta con se. Tuttavia, bisogna considerare che è estremamente volatile e come tutte le cose non bisognerebbe investirci più di quanto si è disposti a perdere.